Si è appena conclusa la quaresima e subito lo sguardo deve orientarsi ai chiaroscuri della settimana santa, preludio della grande festa di Pasqua. Certo c’è stata la quaresima, tempo di conversione e penitenza: forse qualcuno, dal fine palato spirituale, avrebbe desiderato più austerità e penitenza dai vertici della parrocchia. A dire il vero, un tentato… esame di coscienza me lo sono imposto, da bravo parroco, ma la Parola di Dio, che ritmava le liturgie di questo tempo di grazia, si imponeva per digiuni strani, come sciogliere le catene inique…. dividere il pane con l’affamato… introdurre in casa i miseri… vestire chi è nudo senza distogliere gli occhi da quelli della tua gente (cfr Isaia 58, 1-12); qualche strana penitenza come lacerare il cuore e non le vesti….e allora la tua luce, sempre la Parola di Dio lo afferma, sorgerà come l’aurora. Cari parrocchiani, in questa quaresima il Signore ci ha invitato a vivere momenti di fraternità: basta solo riandare alla gioia del primo perdono di Dio dei ragazzi e ragazze di terza elementare, al dono dello Spirito Santo ai cresimati… gli incontri di preghiera e formativi per i genitori, la lectio biblica sul vangelo di san Luca… Quante occasioni prese al volo, quante perse. E’ stato bello vedere in qualche genitore lo stupore di aver intuito “cose grandi”. Potrei continuare, ma mi fermo a questi accenni di miracolo, accaduti in questa comunità, nel periodo quaresimale. Io non ho una grande esperienza di vita familiare, se non per quel rapporto di paternità con voi, ma mi viene da pensare che forse il concilio si è sbagliato: più che chiesa domestica avrebbe dovuto dire “addomesticata” da tanti falsi profeti. Forse non si è ancora capito che non si può credere di avere una fede matura solo perché si è mangiato pesce i venerdì di quaresima: è questo il digiuno che vuole il Signore? Buona settimana santa a tutti, vicini e lontani, nella speranza che questo itinerario spalanchi i nostri cuori, a cominciare dai parrocchiano dal fine palato spirituale.
Don Luciano